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 Risultati deludenti per  l’Unione Europea 10 anni dopo che il Consiglio dell’Unione ha emanato il programma FoRB

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Risultati deludenti per l’Unione Europea 10 anni dopo che il Consiglio dell’Unione ha emanato il programma FoRB

Raffaella Di Marzio

Quali sono i risultati che l’Unione Europea ha raggiunto dopo che, 10 anni fa, il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato il programma FoRB (EU Guidelines on the promotion and protection of Freedom of Religion or Belief)?

Nel documento L’UE si impegnava a proteggere e promuovere la libertà di religione e credo nel mondo.

Il programma FoRB è parte integrante dello Statuto di LIREC, che, fin dalla sua fondazione, si impegna costantemente per verificarne l’attuazione (art.2 dello Statuto).

Sulla base di questo importante documento, pensato come contributo alla difesa e promozione della libertà di religione e credo fuori dall’UE, LIREC ha elaborato una Strategia per l’implementazione in Italia delle Linee Guida FORB, poichè riteniamo che non sia possibile chiedere agli altri di attuare una condotta virtuosa se chi la propone non la persegue in prima persona.

La Strategia è stata presentata alle istituzioni italiane in diverse occasioni: nel 2018, nel 2019  e, in versione aggiornata, nel 2023.

Purtroppo, a distanza di quattro anni dalla prima stesura, le criticità già evidenziate sono rimaste tali e l’implementazione delle Linee Guida FoRB rimane, nel nostro Paese, ancora molto lontana dalla sua completa attuazione.

In occasione del decennale si sono svolti a Bruxelles alcuni eventi. Uno di questi è stato organizzato il 13 luglio 2023 nel corso di una sessione plenaria al Parlamento Europeo. Durante la discussione alcuni parlamentari hanno sottolineato l’importanza di implementare il dialogo e la cooperazione per promuovere la libertà religiosa, sia dentro che fuori l’Unione Europea, e hanno ribadito la necessità di entrare in contatto con le comunità religiose e la società civile per intervenire in casi di discriminazione e intolleranza.

In particolare, Bert-Jan Ruissen è intervenuto per sollecitare l’assemblea ad attuare concretamente, dopo 10 anni, le Linee Guida e a mettere in campo le risorse necessarie e le figure più competenti per intervenire di fronte ad eventi gravissimi, come i massacri di fedeli che avvengono nel mondo: in Nigeria, in India e altrove. A suo avviso non c’è stata una reale implementazione delle Linee Guida: in 10 anni la Commissione Europea non ha presentato i rapporti che aveva promesso di redigere, la carica di inviato per la libertà religiosa dell’UE è rimasta vacante per 3 anni e non è stato dato sufficiente supporto economico a questo settore di intervento.

Bert-Jan Ruissen ha anche fatto due proposte concrete all’assemblea: concedere all’inviato una carica permanente e designare il 24 giugno, giorno dell’emanazione delle Linee Guida, come “l’European Day for Combating Religious Persecution”.

Nel corso di altri incontri e dibattiti, ospitati da istituzioni europee, sono state segnalate ancora una volta le nazioni in cui i governi continuano ad ispirarsi, per le loro decisioni in tema di libertà di religione e credo, all’ideologia dei movimenti antisette emanando leggi che tendono a danneggiare o smantellare organizzazioni religiose senza alcuna ragione fondata sul diritto, ponendosi così nella stessa linea della Russia, condannata senza appello dalla CEDU per la sua persecuzione contro i Testimoni di Geova. In questo contesto sono state citate con preoccupazione il Giappone, per la persecuzione contro L’Universal Peace Federation e l’orientamento del governo ad approvare una legge che, per colpirne una, danneggerebbe tutte le minoranze presenti nel paese, e la Francia, per le sue iniziative orientate dall’ideologia antisettaria della Miviludes, la Missione Interministeriale contro le sette, che segnala continuamente alle autorità statali la pericolosità di minoranze religiose o spirituali sulla base di accuse del tutto infondate.

Nel corso di un evento che si è svolto a Bruxelles il 24 giugno 2023, organizzato da alcune ONG impegnate nella difesa della libertà religiosa, José Luis Bazan, del COMECE (Commission of Catholic Episcopal Conferences of the EU) ha affermato che l’UE non persegue con la dovuta fermezza le violazioni della libertà di religione e credo nel mondo e ha fatto solo due esempi: la reazione inefficace al massacro di più di 50000 cristiani in Nigeria, causata da terroristi musulmani, e la decisione di intervenire per colpire il Pakistan modificando le regole che l’UE deve stabilire con il paese per il rinnovo del Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG). Questa decisione non è stata ancora presa, ed è attualmente in negoziazione.

A proposito di questa iniziativa, LIREC ha partecipato all’invio di un appello rivolto a Josep Borrell per la revisione dello status del Pakistan come beneficiario del Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) in quanto Paese in via di Sviluppo. Questo sistema, utilizzato dall’ Unione Europea, è uno degli strumenti chiave per aiutare la crescita dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Tuttavia, la concessione del regime di preferenze è condizionata alla tutela dei diritti fondamentali e alla promozione di uno sviluppo sostenibile. E’ previsto, infatti, che i benefici dell’SPG possano essere revocati per violazioni gravi e sistematiche dei principi contenuti nelle Convenzioni essenziali ONU/OIL sui diritti umani e sul diritto del lavoro. Nonostante le prove delle gravi e numerose violazioni dei diritti umani in Pakistan, l’UE non ha ancora preso una decisione in merito.

Al termine del suo discorso José Luis Bazan ha ribadito il fatto che l’attenzione dell’UE alle violazioni che si verificano fuori dal suo territorio non può impedire di vedere la realtà di quanto accade in Europa, dove crescono le violazioni della libetà religiosa e di altri diritti dei credenti: per esempio, la possibilità di educare i loro figli secondo le loro convinzioni oppure il diritto a non compiere, nella loro professione, azioni che vanno contro la loro coscienza.

Il relatore ha colto nel segno qual’è la la radice dell’inadeguatezza dell’UE , quando ha affermato: “Noi non possiamo essere critici senza fare per primi autocritica: nessuna autorità morale può derivare dall’incoerenza”.