La Prof. Alessandra Vitullo, ricercatrice alla Sapienza Università di Roma, ha illustrato il tema “Il discorso d'odio online. Il caso dell'islamofobia”. Si è riferita soprattutto alla comunicazione digitale. Il discorso d’odio ha molti significati, ma la relatrice ha citato la più recente, che è quella del Consiglio d’Europa: “l’istigazione, la promozione o l’incitamento alla denigrazione, all’odio o alla diffamazione nei confronti di una persona o di un gruppo di persone, o il fatto di sottoporre a soprusi, molestie, insulti, stereotipi negativi, stigmatizzazione o minacce tale persona o gruppo, e comprende la giustificazione di queste varie forme di espressione, fondata su una serie di motivi quali la ‘razza’, il colore, la lingua, la religione o le convinzioni, la nazionalità o l’origine nazionale o etnica, nonché l’ascendenza, l’età, la disabilità, il sesso, l’identità di genere, l’orientamento sessuale e ogni altra caratteristica o situazione personale”.