(DIRE) Roma, 5 apr. - Religioni, fedi e come vengono descritte e
presentate sulla maggior parte dei media. Stigmatizzazioni e
stereotipi che circolano facilmente nell'opinione pubblica
nascono proprio da questa 'Narrazione mediatica del fatto
religioso. Criticità, problemi e pericoli' che il Centro Studi
Lirec ha scelto non a caso come titolo per l'approfondimento
andato in onda ieri pomeriggio.
'L'importante ruolo dei media nella prevenzione di
discriminazioni e istigazioni all'odio è stato particolarmente
sottolineato dalle 'Linee Guida su libertà di religione o
convinzione e sicurezza' pubblicate dall'Osce nel 2019. Nelle sue
raccomandazioni l'Osce non si rivolge solo agli Stati, alla
società civile e alle comunità religiose, ma anche a tutti coloro
che fanno informazione e ai media', ha spiegato la direttrice del
Centro e psicologa delle religioni Raffaella Di Marzio
introducendo i relatori.
'I rapporti e le segnalazioni che Lirec riceve da numerose
minoranze religiose e spirituali evidenziano come l'esercizio
della libertà di religione e di credo può essere limitato o
impedito dal degrado dell'informazione che è all'origine di
pregiudizi, stigmatizzazioni e panici morali', ha continuato.
Attraverso il contributo di giornalisti ed esperti il webinar
si è concentrato su una disamina critica della narrazione e
documentazione del fatto religioso nel nostro Paese, analizzando
le responsabilità dei media nella creazione e amplificazione di
atteggiamenti discriminatori, o di istigazione all'odio, contro
gruppi religiosi e spirituali minoritari.
Hanno partecipato
Alessandra Vitullo, ricercatrice della Sapienza Università di
Roma, la giornalista dell'agenzia Dire Silvia Mari, responsabile
della rubrica 'Donne e spiritualità'; Davide Romano Direttore di
Coscienza e Libertà; Roberto Vacca, redattore del circuito
radiofonico RVS; il sociologo Patrizio Paolinelli; Stefano Mosti
presidente del Media Watch Institute e Vittorio Patanella,
Coordinatore dell' associazione Internazionale dei Media per la
Pace.
La ricercatrice Vitullo ha evidenziato come spesso in ambito
virtuale si resti ancorati ai 'Filter Bubble' (un ambiente
virtuale che ciascun utente costruisce in Internet tramite le sue
selezioni preferenziali, caratterizzato da scarsa permeabilità
alla novità e alto livello di autoreferenzialità), 'che ci fanno
restare nelle nostre nicchie di pensiero. Secondo una ricerca
sull'Islam del 2019 per esempio, mostrata nel corso del convegno,
è evidente che le narrazioni sono prevalentamente d'odio, l'Islam
radicale è visto solo come una minaccia a dispetto di cose che
invece ci toccano più da vicino e la propaganda politica spesso
associa i migranti islamici al terrorismo. Anche online sono
tantissimi i discorsi d'odio sull'Islam, i musulmani sono tra i 6
gruppi più discriminati su Twitter, associati a frasi fatte, e
soprattutto a leader politici e hastag come IostoconSalvini'. La
soluzione per la ricercatrice passa 'per prima cosa nell'ampliare
la riflessione considerando la giurisprudenza e la natura delle
piattaforme online, che dovrebbero applicare al meglio una
moderazione e saper censurare in autonomia'.
Nell'ottica di fornire un punto di vista variegato sulle
minoranze religiose, l'agenzia Dire, con Dire Donne ha creato la
rubrica 'Donne e spiritualità', che come ha spiegato la
giornalista Silvia Mari, 'ha scelto il centro Lirec proprio per
il suo lavoro sul campo e per un controllo maggiore delle fonti e
delle informazioni. Oggi la prima rivoluzione è parlare di
spiritualità- ha puntualizzato Mari- argomento importantissimo
totalmente fuori dal dibattito mediatico, perchè visto come tema
di retroguardia e il nostro intento è di farlo con una lente
diversa dagli altri. Io come giornalista volevo capirne di più
parlando con donne che raccontassero la propria vita e la loro
esperienza. Abbiamo iniziato con una testimone di Geova,
volontaria nelle carceri, una donna non chiusa al mondo come si
potrebbe credere; ci siamo occupate poi dell'ebraismo
progressivo, diverso da quello ortodosso, e di una una donna
buddista dell'Istituto Soka Gakkai, un istituto inviso ai più. Il
nostro compito è quello di cercare di scardinare certe credenze,
certi stereotipi', ha spiegato Mari. 'Un altro importante aspetto
nelle interviste è il rapporto tra lo Stato italiano e le
religioni e chiese di cui parliamo. La funzione di DireDonne è in
primo luogo quella di porre domande, di indagare l'importanza
della spiritualità nella vita delle donne di oggi, quale sia la
sua funzione, e in secondo luogo lasciare sempre un dubbio, non
dover mai avere la presunzione di pensarmi più libera solo perchè
appartengo ad un altro gruppo religioso'.
La mancanza di una pluralità di voci è stata analizzata anche
da Davide Romano, direttore di Coscienza e Libertà: 'Oggi c'è una
narrazione ad una voce sola, e soprattutto sui Tg per il 99% è
concentrata sul cattolicesiamo romano. Anche durante la pandemia
l'unica forma di sofferenza e volontariato religioso
rappresentata è stata quella della religione, di certo di
maggioranza ma non dimentichiamo che esiste un variegato mondo
cristiano mai rappresentato, oltre ad un variegato mondo
religioso ingnorato. Molti dei problemi nascono dalla carenza di
informazione- ha spiegato- il circuito mediatico dovrebbe dare
voce a questo plurale panorama religioso e questo incide sulla
costruzione dell'identità religiosa. I fenomeni di
radicalizzazione più frequenti infatti si hanno quando le
religioni vengono ghettizzate ed ignorate. Di certo non sono da
assecondare ma comunque da tenere in considerazione. C'è poi il
grande problema di un vasto mondo religioso che non ha ancora
un'intesa con lo Stato italiano e a livello politico si ha un
ritardo enorme sulla revisione della Legge su Cittadinanza,
necessario elemento di modernizzazione del nostro paese, ritardo
che è anche culturale dovuto ad un deficit del pluralismo
religioso nell'informazione. Il mondo dei media deve essere in
grado di cogliere questa sfida? Se non sarà cosi resteremo una
società monoreligiosa e quindi anche monoculturale'.
Di questo si occupa anche Radio Voce della Speranza, che come
spiega Roberto Vacca, 'è uno strumento per offrire una
comprensione della fede e una prospettiva della realtà di
comunità di fedi di minoranza. Dopo un importante convegno a
Firenze nel 2015, 'Disabilita il pregiudizo', sull'islamofobia, è
venuta fuori l'idea di fare un'opera di controinformazione sulla
radio con un programma dove fossero protagonisti i giovani della
comunità islamica di Firenze, in un momento di grande tensione
sull'Islam, associato al terrorismo. L'idea del programma era
condividere soprattutto le loro esperienze, fare chiarezza sui
principi religiosi e poi una piccola rassegna stampa sulle
notizie che circolavano, che però purtroppo riportava spesso solo
aspetti problematici'.
Durante il webinar Raffaella Di Marzio ha condiviso
un'intervista al sociologo e giornalista Patrizio Paolinelli, che
ha analizzato la vicenda degli anni '90 dell'Associazione
'Bambini di Satana' in cui il ruolo dei media è stato
determinante. Di fatto si trattava di un gruppo capeggiato dal
leader Marco Dimitri, che all'inizio aveva pochi aderenti, e che
celebrava liturgie di gruppo clandestine. Nell'89 un infiltrato
dei Carabinieri fece esplodere un caso giudiziario, con la stampa
che ne diede risalto. A quel punto crebbero i seguaci e Dimitri
divenne un personaggio pubblico. Da lì ci fu un'escalation con i
primi arresti nel '96 per rapimento ai fini di libidine e
violenza carnale durante messe nere, e un grande clamore per la
vicenda di un bambino di tre anni probabilmente abusato. Il
processo però non portò a nulla, tutti furono assolti perchè il
fatto non sussisteva e nel 2004 arrivarono anche i risarcimenti
per ingiusta detenzione. Per Paolinelli 'Il ruolo dei media fu
determinante. Dimitri era conosciuto a Bologna per la sua
fissazione per il diavolo ma fu sbattuto in prima pagina come
un mostro senza prove e il processo si risolse in una bolla di
sapone. Iniziò così una crociata vera e propria verso un gruppo
di ragazzini che divenne una piccola guerra tra media, e con la
reazione di una parte dell'opinione pubblica Dimitri divenne una
piccola star dello schermo, da criminale a vip. Oggi questo non
sarebbe più possibile'.
Ai pregiudizi contro i Testimoni di Geova è stato invece
dedicato l'intervento di Stefano Mosti, Presidente del Media
Watch Institute, che ha analizzato due casi noti. 'Nel caso di
Legnano una bimba di 10 mesi è stata operata per un'ematoma
cranico dopo una caduta in casa e alla richiesta dei medici di
una trasfusione di sangue i genitori si sono opposti. A quel
punto è stato chiesto l'intervento delle Forze dell'Ordine e del
Tribunale dei Minori che ha limitato la responsabilità
genitoriale e la minore è stata affidata al legale rappresentante
dell'ospedale. Alla fine nessuna trasfusione è servita, ma
analizzando 143 articoli questi sono stati discriminanti verso la
famiglia, vista come appartenente ad una setta. Il sentimento- ha
spiegato- è perlopiù negativo in quanto Testimoni di Geova, e la
tesi sostenuta è che sono stati i giudici a salvare la bimba
dando mandato ai medici di fare la trasfusione. Nel secondo caso
invece, a Pistoia, di fronte alla morte per Covid di tre
componenti di una stessa famiglia si fa la pericolosa
associazione 'Testimoni di Geova=no vax'. Il riferimento al credo
non c'entra, si crea l'assioma per cui se questi Testimoni di
Geova non erano vaccinati allora in generale i Testimoni di Geova
non si vaccinano. In realtà anche in questo caso le fonti non
sono state verificate: tra le tre vittime una era vaccinata, una
non era Testimone di Geova e un'altra figlia ancora era Testimone
di Geova vaccinata'.
In chiusura Vittorio Patanella, Coordinatore dell'Associazione
Internazionale dei Media per la Pace ha analizzato la questione
'giovani e appartenenza a vari movimenti religiosi' citando
l'esempio specifico dell' Universal Peace Federation in cui passò
il convincimento che i ragazzi 'fossero plagiati, con genitori
che pagavano dei 'professionisti' per recuperarli da questo
'lavaggio del cervello', togliendogli di fatto libertà e
autodeterminazione', ha concluso.
(Buc/Dire)
13:20 06-04-22
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