Il reato di plagio, dichiarato incostituzionale nel 1981, ha cambiato nome: “manipolazione emotiva e psicologica”, ma la sostanza dell’iniziativa del Sen. Rastrelli e le ragioni che egli enumera per motivare i suoi colleghi a reintrodurlo nel codice penale, sono le stesse: l’immaginario “pericolo sette”. Tali ragioni sono ben espresse nella sua relazione:
Il senatore afferma che “In tutta Europa, il fenomeno della manipolazione psicologica ed emotiva di soggetti fragili ha assunto dimensioni allarmanti”.
Si tratta di una affermazione che non viene supportata da alcun dato o dichiarazione ufficiale delle istituzioni europee che si occupano di sicurezza, nemmeno di quelle che operano in Italia, dove Rastrelli sostiene che “dati statistici univoci mettono in evidenza che talune forme di manipolazione psicologica, spesso diffuse all'interno di vere e proprie sette, si stanno diffondendo in misure sempre maggiori”.
I dati diffusi dal ministero degli Interni sull’incidenza e la tipologia della criminalità nel nostro paese, non segnalano alcun “pericolo sette”, nè l’esistenza di una pericolosa manipolazione psicologica nelle sette che sarebbe una minaccia per la società.
Su queste affermazioni, non suffragate da dati, statistiche e fatti accertabili, il senatore chiede ai suoi colleghi di condividere la necessità di “un intervento legislativo che, sebbene non in grado di arrestare un fenomeno che affonda le sue radici nella storia dell'umanità, possa determinarne una prima forma di controllo e disciplinare le dinamiche di necessaria repressione.”
L’esistenza del fenomeno che il senatore intende reprimere sarebbe “provata” dai dati “raccolti dal Codacons, aggiornati al 2022, che stimano in Italia la presenza di oltre 500 tra sette e psico-sette, e che a seguito della pandemia, e con l'arrivo dell'era digitale, si sarebbe moltiplicato, tant'è che oggi vi sarebbero in Italia circa 1.500 tra sette e psico-sette rappresentate da organizzazioni comunitarie chiuse e segrete, anche sul web, il cui scopo è quello di manipolare gli adepti per ottenere dei vantaggi che sfociano in richieste di denaro e schiavitù sessuale”.
In realtà l’unico Centro Studi che, sul fenomeno pubblica dal 2001 statitiche veritiere ed aggiornate al 2024, non è certo il Codacons, ma il CESNUR, (Centro Studi sulle Nuove Religioni), che non solo non riporta questi dati ma, coerentemente con quanto ormai affermato dalla comunità scientifica internazionale, non usa più neanche la parola “setta” per le sue connotazioni discriminatorie e stigmatizzanti. Perfino il Consiglio d’Europa, nella Raccomandazione del 1999, ha chiesto agli Stati membri di non utilizzare questo termine e ha richiesto anche di non introdurre leggi ad hoc contro le “sette”, ma di utilizzare la legge penale vigente nei diversi Stati per punire i reati commessi all’interno di qualsivoglia organizzazione religiosa, spirituale o non religiosa.
Chi chiede la reintroduzione del reato di plagio in Italia ha dimenticato il caso Braibanti, e le battaglie di Marco Pannella, Mauro Mellini, Alberto Moravia, Umberto Eco, Enzo Tortora, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Dacia Maraini ecc., che, dopo la condanna di Braibanti per “plagio”, hanno portato all’attenzione della Corte Costituzionale le implicazioni liberticide di quel reato nato in epoca fascista. Dopo attenta considerazione esso è stato dichiarato incostituzionale. E da allora, non si è creato alcun “vuoto“ nel nostro Codice penale, poichè esso include fattispecie di reati sufficienti per punire truffe, abusi, violenze, riduzioni in schiavitù e proteggere i soggetti più deboli in tutti quei casi in cui è possibile provare la “circonvenzione d’incapace”.
Rastrelli elenca una serie di situazioni in cui le persone sarebbero “manipolate mentalmente” da “Maestri”, falsi psicoterapeuti o altri soggetti “L'operatore esterno, avvalendosi di tecniche di natura neuro-fisiologica, tramite suggestione: dovuta ad immagini o suoni che il soggetto, facilmente condizionabile per le sue caratteristiche psicologiche, percepisce intensamente, coinvolge sia la dimensione fisica che la dimensione psicologica. Si tratta di una tecnica ormai ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica mondiale e adoperata nell'attività professionale comune da parte degli psichiatri, talvolta adoperate a scopo distruttivo anziché terapeutico: una macchina dell'inganno psicologico, spesso annidato all'interno di vere e proprie reti settarie”.
Non è chiaro a quale “tecnica ormai ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica mondiale” il senatore si riferisca. L’unica Associazione mondiale di Psicologi che si è pronunciata chiaramente sull’esistenza della manipolazione mentale nelle “sette” è l’APA, l’American Psycological Association che, nel 1987, ha bocciato, senza esame di riparazione, il rapporto di un gruppo di psicologi, psichiatri e sociologi che sosteneva l’esistenza della manipolazione mentale in gruppi da loro definiti “sette”. L’APA ha rifiutato quel rapporto perchè era privo di basi scientifiche e, da allora, i tribunali non hanno più accolto gli “esperti” antisette che sostenevano quella teoria come se fosse approvata dalla comunità scientifica.
C’è da chiedersi a quali esperti il senatore Rastrelli si sia rivolto per preparare la sua relazione. Se si fosse rivolto a organizzazioni e persone seguaci dell’ideologia “antisette”, allora la sua relazione avrebbe un senso, ma non sarebbe fondata su dati veritieri e, per questo motivo, questo disegno di legge rappresenterebbe un pericolo, non solo per le “sette” (supponendo che il senatore e i suoi esperti sappiano darne una definizione giuridicamente chiara e univoca), ma per ciascuno di noi. Sarebbe in pericolo la libertà individuale, la libertà di associazione, religione, credo, coscienza e pensiero.
Per tutti questi motivi, e per la minaccia alle libertà fondamentali, che questo disegno di legge rappresenta, auspichiamo l’apertura di un dibattito pubblico, nella forma trasparente e istituzionale che si attua solo attraverso le audizioni in Commissione Giustizia, e la diffusione di documentazioni che provengono da fonti diversificate, compresi gli esperti che si occupano del fenomeno da decenni.