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Corte d'Appello norvegese annulla un provvedimento illegale contro i Testimoni di Geova

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Corte d'Appello norvegese annulla un provvedimento illegale contro i Testimoni di Geova

Raffaella Di Marzio

Willy Fautrè, responsabile di Human Rights withouth Frontiers, ha pubblicato un articolo su Europeantimes nel quale ricostruisce il caso della tentata deregistrazione della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova in Norvegia. Il tentativo è fallito dopo essere stato annullato dalla Corte d'Appello di Borgarting, che “ha emesso una sentenza storica, dichiarando all'unanimità l'invalidità della cancellazione della registrazione e la negazione delle sovvenzioni statali per gli anni 2021-2024. La Corte ha concluso che la pratica del distanziamento sociale non espone i bambini a violenza psicologica o a un controllo sociale negativo. La Corte ha inoltre ritenuto che tale pratica sia in armonia con la Legge sulle Comunità Religiose e conforme alla Convenzione Europea dei Diritti Umani”.

I Testimoni di Geova avevano fatto appello dopo aver perso la causa per la registrazione come comunità religiosa presso il Tribunale distrettuale di Oslo nel marzo dello scorso anno.

La sentenza è molto importante perchè la Corte d'Appello ha dovuto rispondere ad alcuni quesiti che rientrano nelle controversie più frequenti sulla Congregazione, non solo in Norvegia, ma in tutto il mondo, Italia compresa. Tali controversie sono generate da ex-membri, gruppi antisette e media generalisti impegnati da anni in campagne denigratorie contro questa confessione religiosa.

I quesiti a cui la Corte ha risposto riguardano la pratica dei Testimoni di Geova di interrompere i contatti con coloro che lasciano la loro comunità religiosa (allontanamento sociale).

Si tratta di una violazione del requisito della libera entrata e uscita? Tale pratica costituisce una violazione dei diritti dei minori?

“Il merito risiedeva nella loro politica di allontanamento sociale dal movimento, un insegnamento che raccomanda ai suoi membri di non associarsi a coloro che sono stati esclusi dalla comunità in quanto colpevoli di gravi peccati o che l'hanno pubblicamente abbandonata e che operano contro di essa per malcontento. In questo ambito, la sentenza della Norvegia del 2024 è in contrasto con decine di sentenze di altri Paesi, comprese Corti Supreme, in materia di allontanamento sociale”.

Queste domande ritornano spesso anche nei “teatri mediatici” (o processi mediatici) dove la parola delle “vittime”, vere o presunte, assurge a dogma assoluto di verità senza alcun accenno alle numerose altre sentenze delle Corti di diversi paesi che hanno affermato gli stessi principi.

Ancora una volta l’informazione sulle minoranze religiose in Italia e nel mondo viola tutti gli standard etici della professione, come abbiamo numerose volte segnalato alle autorità e agli ordini professionali.

Le Corti di giustizia, invece, si basano sui fatti e sul diritto e, ancora una volta, i responsabili dovranno riparare ai danni subiti dalla Congregazione perchè, come recita la sentenza in conclusione: “I Testimoni di Geova sono stati pienamente vendicati in quanto le decisioni di negare loro le sovvenzioni e la registrazione non sono valide".

Per maggiori informazioni:

La dimensione giuridica della decisione del tribunale è stata ampiamente analizzata e criticata da Massimo Introvigne e da Willy Fautrè in “Bitter Winter” e “Religion News Service”.