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Crisi Ucraina: La voce di una  Chiesa pentecostale

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Crisi Ucraina: La voce di una Chiesa pentecostale

Raffaella Di Marzio

Dopo la caduta del comunismo e la fine dell’Unione Sovietica, l’Ucraina è stata la nazione che più di tutte si è avvicinata all’Occidente per quando riguarda la libertà religiosa: la chiesa ortodossa si è staccata dal patriarcato di Mosca avvicinandosi a quello di Costantinopoli, che è la chiesa maggiormente diffusa in Ucraina. C’è anche la Chiesa Greca ortodossa. Lo Stato non ha una chiesa “ufficiale”.

I movimenti protestanti non hanno avuto nessun problema a stabilirsi e hanno goduto della libertà religiosa. I movimenti con il maggior numero di chiese sono quelli battisti e pentecostali, anche se ci sono diverse altre realtà presenti sul territorio con diverse attività, come orfanotrofi, case di riposo, ecc. Le chiese non sono strutturate anche perché molte sono state fondate da missionari provenienti da Stati Uniti ed Europa. In ogni caso tra loro c’è molta collaborazione.

Con la guerra attuale la paura diffusa nel mondo pentecostake, e non solo, è quella di perdere la libertà: infatti, nel Donbass e in Crimea le chiese hanno subito persecuzione e hanno dovuto chiudere, perchè l’unica religione che potevano professare era quella ortodossa russa.

Tutte le chiese evangeliche pentecostali si stanno organizzando per essere di aiuto e sostegno al popolo ucraino attraverso la collaborazione di tutte le comunità presenti sul territorio italiano.

Nel culto serale di domenica 6 marzo 2022, la Chiesa pentecostale Terra Promessa del pastore Giacomo Loggia, si è messa in collegamento con un pastore ucraino, Mikail Nakienko, situato in una città a soli 200 km da Kiev, capitale dell’Ucraina, e punto strategico di attacco da parte dei russi. Ecco la sua testimonianza: