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Legge sul separatismo religioso in Francia: libertà religiosa a rischio per tutti

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Legge sul separatismo religioso in Francia: libertà religiosa a rischio per tutti

Raffaella Di Marzio

Il fenomeno della discriminazione delle minoranze religiose e spirituali in Europa, è ricorrente nelle segnalazioni e richieste di aiuto che giungono al nostro Centro Studi.

In particolare, si moltiplicano le violazioni delle Linee Guida Freedom of Religion or Belief (FoRB) approvate dall’Unione Europea nel 2013 e sottoscritte da tutti i Paesi membri, alcuni dei quali persistono nel tentativo di approvare progetti di legge e normative di vario genere che vanno nella direzione esattamente opposta alle Linee guida da loro stessi sottoscritte.

Le discriminazioni vengono attuate attraverso leggi approvate dai governi con il pretesto di combattere l’estremismo e il terrorismo di matrice religiosa, ma che in realtà colpiscono tutte le minoranze che, per qualsiasi motivo, non piacciono a qualcuno, oppure che rappresentano una minaccia per la religione di maggioranza in quel determinato contesto.

In Europa potremmo segnalare violazioni della libertà religiosa in molte nazioni, ma ci sono, purtroppo, due nazioni che si distinguono in questo triste primato: la Russia, di cui si è discusso in un webinar organizzzato da Coscienza e Libertà, e la Francia, due nazioni che, da anni, sono impegnate in una vera e propria “guerra legislativa” contro minoranze religiose e spirituali del tutto pacifiche che non si sono mai macchiate di crimini violenti.

Per quanto riguarda la Francia, in questo paese le minoranze religiose vengono ostracizzate e soggette a controllo sociale da decenni, in nome della “laicità” come valore assoluto, molto prima che si verificassero gli attacchi terroristici nel paese. Molti gruppi hanno subito i raid della polizia e di squadroni militari, i loro uffici sono stati perquisiti, i leaders arrestati, i gruppi esclusi dalla partecipazione alle feste della comunità e dalla possibilità di affittare locali per svolgere le loro conferenze. Molti dei loro membri, cittadini francesi, hanno perso il lavoro oppure si sono visti negare una promozione una volta scoperta la loro affiliazione a una cosiddetta “setta”.

La Francia, inoltre, finanzia da decenni la FECRIS, un organismo paneuropeo che è stato fondato per combattere le “sette” e agisce diffondendo, con la complicità dei media, informazioni false o distorte su minoranze etichettate come “sette”, facendo pressione sulle istituzioni affinchè legiferino in modo autoritario e illegale contro le minoranze nel tentativo di impedire loro l’esercizio dei diritti fondamentali. E’ possibile approfondire quali siano le conseguenze delle attività di questa organizzazione nel mondo leggendo il rapporto dell’USCIRF, la rivista Coscienza e Libertà e seguendo la videoregistrazione del Webinar del 29 gennaio scorso, dedicato a questo tema.

In Francia, l’ultimo anello di questa lunga catena di soprusi e illegalità è rappresentato dal progetto di legge attualmente in discussione che è pensato per combattere l’estremismo islamico e altri gruppi che praticano il “separatismo”, cioè la loro separazione dallo Stato e dai suoi “principi repubblicani”. Il 28 ottobre 2020 LIREC, insieme ad molte altre organizzazioni, ha inviato una lettera al governo francese per sollecitare il parlamento ad emendare il testo.

L’agenzia NEV ha recentemente illustrato, facendo riferimento anche ad altre testate, come Riforma e Avvenire, quanto sta avvenendo in Francia dove è in discussione una legge cirticata da protestanti, cattolici e ortodossi in una lettera congiunta pubblicata su le "Figaro", dal pastore François Clavairoly, presidente della Fédération protestante de France (FPF), da monsignor Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese (CEF) e arcivescovo di Reims e dal Metropolita Emmanuel Adamakis. Il pastore Clavairoly ha sottolineato, in un’intervista, il ruolo positivo delle fedi nella promozione della fratellanza umana e i problemi generati dalla legge in discussione.

La nuova normativa "per il rispetto dei principi della Repubblica", nota come “bozza sul separatismo islamico”, è stata recensita e criticata anche in un libro bianco pubblicato dal CESNUR nel quale si mettono in evidenza i rischi per la libertà religiosa in caso il progetto di legge dovesse essere approvato, nonostante le modifiche apportate alla prima stesura, che hanno in parte mitigato le misure restrittive, ma che potrebbero essere reinserite nella discussione che si terrà al Senato il prossimo 30 marzo.

Massimo Introvigne, in un articolo pubblicato su Bitter Winter, sottolinea inoltre che, nel testo che si discuterà al Senato c’è un articolo che prevede la dissoluzione di una organizzazione religiosa per azioni commesse da “uno o più membri” quando i leaders non riescono a impedirli: una disposizione che viola il principio di proporzionalità e le Linee Guida approvate dalla Commissione di Venezia sulla Personalità Legale delle Comunità religiose.

Oltre a ciò, nella bozza sono presenti altri articoli che intendono condizionare con regole, divieti e obblighi di vario genere il diritto delle associazioni religiose ad autodeterminarsi e a stabilire i loro regolamenti e le loro prassi: lo Stato cerca di aumentare il controllo per evitare che soggetti pericolosi possano entrare nelle organizzazioni e svolgere al loro interno un ruolo significativo progettando e portando a termine azioni criminali. Anche se la finalità fosse questa, secondo Introvigne, l’esperienza insegna che tutte queste regole creano dei precedenti per altre intrusioni non previste da parte del potere amministrativo e giudiziario che ledono la libertà di autodeterminazione delle associazioni religiose.