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Convegno LIREC a Montecitorio: la Sicurezza dei cittadini non si promuove a scapito delle Libertà

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Convegno LIREC a Montecitorio: la Sicurezza dei cittadini non si promuove a scapito delle Libertà

Raffaella Di Marzio

Si è tenuto il giorno 8 Novembre 2021, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, il Convegno organizzato dall’On. Stefano Ceccanti in collaborazione con il Centro Studi sulla Libertà di Religione Credo e Coscienza (LIREC).

Tema del Convegno: Libertà di religione e sicurezza nello Stato laico. Il difficile equilibrio tra diritti complementari e interdipendenti.

Al Convegno hanno partecipato esponenti del mondo istituzionale e di diverse organizzazoni e associazioni religiose e laiche.

Erano presenti la Dott.ssa Anna Nardini, già Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Dott. ssa Anna Maria Iurato, già Prefetto al Dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione.

Hanno partecipato rappresentanti delle seguenti organizzazioni: Iglesia di Cristo, Associazione Archeosofica, Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi Giorni, Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo, Federazione delle Famiglie per la pace mondiale e l’Unificazione- Italia, Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste, Associazione internazionale per la coscienza di Krishna, Federazione donne evangeliche, Associazione The Ahmadiyya Muslim Jama'at Italia, Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Glam), Europa Progresso Onlus, Comunità Bahá'í d'Italia, Scienza Cristiana, Movimento dei Focolari, Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” (A.D.I.), Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai , Fondazione Astalli.

Erano presenti anche alcuni esponenti del mondo accademico tra i quali docenti delle Università di Foggia e Bari.

Hanno inoltre seguito l’intero evento l’Agenzia NEV, l’Agenzia DIRE e Radio Radicale, che hanno realizzzato reportage, interviste e approfondimenti sui temi trattati.

Il Convegno è stato organizzato dall’On. Stefano Ceccanti, del Partito Democratico, con il quale LIREC ha collaborato per realizzare alcune precedenti iniziative finalizzate alla promozione della libertà di religione e credo, reperibili nella sezione comunicati ed eventi di questo sito.
Dopo i saluti del Presidente onorario Prof. Pietro Nocita, la direttrice Raffaella Di Marzio ha introdotto il Convegno sottolineando come il tema sia stato affrontato alla luce di un’importante pubblicazione dell’OSCE-ODHIR (Office for Democratic Institutions and Human Rights): Freedom of Religion or Belief and Security. Policy Guidance.

I rapporti pervenuti al Centro Studi e le testimoniane provenienti da diverse parti del mondo, mostrano come la necessità di assicurare la sicurezza dei cittadini abbia spinto alcuni Stati ad adottare misure e promulgare leggi che violano i principi fondamentali alla base del diritto alla libertà di religione o convinzione.
Un concetto che emerge continuamente nelle Linee Guida è che la libertà di religione o convinzione e la sicurezza sono diritti complementari e interdipendenti e non si può promuovere l’uno coartando l’altro.

Con questa iniziativa LIREC ha voluto rispondere alle sollecitazioni che l’OSCE ha indirizzato alla società civile :


- diffondere la conoscenza delle Linee Guida, per prevenire e contrastare la discriminazione, l’ostilità o la violenza esprimendosi con chiarezza in difesa di persone e gruppi perseguitati e discriminati o fatti oggetto di campagne di odio orchestrate ad arte;
- impegnarsi con tutti gli interlocutori interessati per promuovere simultaneamente la libertà di religione o convinzione e la sicurezza per tutti, tra i quali l’OSCE nomina espressamente le donne e i giovani, riconoscendone il ruolo determinante per lo sviluppo di una società aperta, democratica e sicura.
Nelle Linee Guida l’OSCE si rivolge agli Stati, alla società civile, alle comunità di religione o convinzione e ai media.

Poiché il Centro Studi fin dalla sua fondazione opera nella convinzione che l’effettivo esercizio di tutti i diritti si possa realizzare solo attraverso una cooperazione ampia e continuativa, ha deciso di coinvolgere in questa iniziativa esponenti del mondo universitario, istituzionale, religioso, politico, della società civile e mediatico, affinchè essi potessero discuterne liberamente, ciascuno secondo le proprie competenze e credenze.


Il Convegno si è articolato in quattro tavole rotonde.

Alle 15.30 ha avuto inizio la prima tavola rotonda: Libertà e Sicurezza per tutti: una sfida globale, con l’intervento del Prof. Fattori, dell’Università di Foggia, che ha curato, insieme ad altri colleghi, la traduzione in italiano delle Linee Guida, nel volume “Libertà religiosa e sicurezza, con la prima traduzione delle linee Guida OSCE 2019 su libertà di religione o convinzione e sicurezza”, pubblicato da Pacini Giuridica. Il relatore ha sintetizzato alcuni concetti chiave del documento, come quello di “sicurezza integrata” e ha sottolineato come un concetto troppo vago di “estremismo” possa indurre gli Stati ad emanare leggi che possono violare i diritti fondamentali di comunità religiose del tutto pacifiche. D’altro canto, nel documento l’OSCE si appella alle comunità religiose affinchè collaborino con le istituzioni per prevenire qualsiasi deviazone interna che induca ad atti di ostlità o violenza. Una delle considerazioni rilevanti emerse dal contributo del Prof. Fattori è che non si può identificare ogni forma religiosa fondamentalista come “terrorismo” e che esistono forme di estremismo che non veicolano alcuna violenza e non ledono i diritti degli altri cittadini.

Davide  Romano, Direttore di Coscienza e Libertà  e del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà religiosa  della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, ha puntualizzato come le religioni presentino una “vocazione tendenzialmente totalitaria”, specialmente quando fanno un uso dei testi sacri strumentalizzandone o esasperandone i contenuti. Talvolta le comunità religiose sanno essere interlocutori efficaci e promotrici di pace, mentre in altri casi svolgono un ruolo che tende a salvaguardare solo interessi corporativi. La libertà di culto, garantita dallo Stato laico deve essere promossa anche dalle religioni grazie al dialogo ecumenico e al confronto effettivo e non riduttivo con i testi sacri delle diverse tradizioni.

La tavola rotonda si è conclusa con l’intervento di Patrizio Zenobi, dell’ Ufficio Stampa dei Testimoni di Geova, che, rispondendo alle richieste degli organizzatori, ha presentato la situazione dei Testimoni di Geova in Russia, dove il governo ha emanato una legge contro l’’estremismo” che è pensata con intenti esattamente opposti a quelli del documeno OSCE e della stessa Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.

La direttrice, introducendo l’intervento di Zenobi, ha sottolineato come la situazione dei Testimoni di Geova in Russia sia stata oggetto, in Italia, di almeno tre interrogazioni parlamentari. LIREC ha partecipato alla Conferenza stampa di presentazione della prima interrogazione che risale al 2017 e aveva come prima firmataria l’On. Rostellato e cofirmatari altri deputati del Partito democratico, tra i quali l’On. Lacquaniti. Le altre due sono del 2019 e del 2020. Entrambe hanno avuto risposta, l’ultima a firma della Viceministra Marina Sereni. In sintesi, nella risposta si afferma che la persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia “rappresenta oggi una delle più evidenti criticità in materia di diritti umani nel Paese” e si ribadisce l’impegno dell’Italia per la difesa e promozione della libertà religiosa di tutti. Il relatore ha presentato i dati delle carcerazioni, condanne, violenze e torture perpetrate a danno dei Testimoni di Geova dalle Forze dell’Ordine al servizio di un governo colpevole di promulgare leggi ingiuste e pensate solo per perseguitare una religione di minoranza.

Zenobi ha passato in rassegna alcuni casi : "32 sono agli arresti domiciliari e anche se la Corte suprema russa ha detto che la decisione di sciogliere gli enti giuridici non includeva il divieto di praticare la religione, la realtà è molto diversa: a ottobre del 2021 in tre sono stati condannati a 8 anni di carcere, una donna a 3 anni. In precedenza, la condanna più severa era stata di 7 anni e mezzo, nel febbraio del 2021. Nello stesso periodo 15 famiglie a Mosca venivano perquisite dalle forze di sicurezza".

Alle 16.30 ha avuto inizio la seonda tavola rotonda: Donne pace e sicurezza.

La direttrice ha introdotto i lavori sottolinenado come nel documento OSCE si sottolinei che “La libertà di religione o credo e l’uguaglianza di uomini e donne appartengono alla stessa struttura indivisibile di diritti umani”. Inoltre, poichè uomini e donne possono essere colpiti in modo diverso dalle violazioni del loro diritto alla libertà di religione o convinzione, è importante contrastare la discriminazione basata sia sulla libertà di religione o convinzione che sul gender”.


Fabrizio Petri, Ministro Plenipotenziario e Presidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) ha dato inizio ai lavori illustrando l’importante contributo del CIDU in questo specifico ambito, soprattutto con riferimento al IV Piano d’azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza (2020 – 2024), in attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 1325 (2000).


La Prof. Sabrina Martucci, Docente all’Università di Bari, ha illustrato la situazione delle donne e il loro ruolo nei conflitti, anche in luoghi difficili come può essere l’Afghanistan, che non può essere solo quello di vittime, ma che si configura sempre più come quello di protagoniste e “agenti di cambiamento” nei processi di pace e nella promozione della sicurezza. Le donne, inoltre, svolgono un importante ruolo nella prevenzione e contrasto della radicalizzazione.


Ha concluso la tavola rotonda Gabriela Lio, pastora battista, Presidente della Federazione Donne Evangeliche in Italia. Nel suo intervento ha ribadito il ruolo delle donne nel cambiamento delle comunità religiose in senso inclusivo e solidale: "Le donne hanno reso le nostre chiese più aperte per affrontare situazioni di marginalizzazione e violenza, come la violenza di genere, e hanno fatto emergere aspetti femminili del Dio biblico". Permangono tuttavia situazioni di emarginazione delle donne all’interno delle comunità religiose e della società, particolarmente gravi durante la pandemia, che sono state denunciate dalle donne della FDEI alle istituzioni, senza alcun riscontro.

Alle 17.15 si è tenuta la terza tavola rotonda, Diversità religiose e società.

La direttrice ha introdotto la sessione indicandone le finalità: riflettere sui lati positivi e negativi nel rapporto che le comunità hanno avuto e hanno con le istituzioni e sulle modalità con le quali esse agiscono nella società al servizio degli altri. E’ importante che il pubblico e l'Istituzione che ospita l’evento, la Camera dei Deputati, sia informata del contributo concreto che le religioni danno alla società in modi diversi ma comunque insostituibili. Il ruolo che le comunità religiose minoritarie hanno nel contribuire al benessere e alla sicurezza degli Stati non viene messo spesso in evidenza.


La sessione si è aperta con l’intervento di Mustafa Cenap Aydin, Direttore dell’Istituto Tevere di Roma e Vice segretario generale dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain (IIJM), che ha citato il Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dal  Grande Imam di Al-Azhar, nel quale risulta di fondamentale importanza il ruolo delle comunità religiose per la promozione della pace e della sicurezza dei popoli.

Successivamente è intervenuto L’On Ceccanti, che ha sottolineato come valorizzare la libertà religiosa sia sempre difficile perché si tratta di muoversi in un triangolo di rivendicazioni di diritti di tre gruppi sociali: le religioni di maggioranza, quelle minoritarie e le organizzazioni che rappresentano atei e agnostici, che sostengono la separazione tra le istituzioni dello Stato e le confessioni religiose. I diritti di tutti questi attori vanno difesi ma sempre tenendo conto della realtà sociale e istituzionale presente in un determinato contesto.

Alessandro Dini-Ciacci, Responsabile per l’Italia de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha sottolineato come secondo gli insegnamenti del fondatore della Chiesa, Smith, il diritto di professare la propria religione passa per la difesa del diritto altrui. Egli ha dunque illustrato ai presenti come l’educazione dei bambini e dei giovani nelle loro famiglie, si fondi su questo principio fondamentale.

Ataul Wasih Tariq, Vicepresidente Ahmadiyya Muslim Jama'at Italia, ha sottolineato come la Comunità Ahmadiyya, fondata in India nel 1889 da Ahmad, sia costantemente impegnata a diffondere la conoscenza dell’Islam. Il fondatore ha insegnato che la jihad è uno sforzo contro la violenza, e per questo lui e suoi successori sono stati e sono ancora perseguitati.

Ha chiuso la sessione Mauro Bombieri, Direttore ISKCON Communication Italia e Vice Presidente dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna - Italia. Nel suo intervento ha segnalato i problemi legati alla burocrazia italiana soprattutto con riferimento all’intesa con lo Stato che l’associazione di cui è dirigente ha richiesto diversi anni fa, senza alcun esito o riscontro. Il mancato ottenimento dell’intesa causa enormi problemi di sopravvivenza alle comunità che ne hanno fatto richiesta. Ha inoltre ricordato l’impegno della ISKCON per la promozione del dialogo interreligioso e le azioni umanitarie in diverse parti del mondo.

Alle 17.45 è iniziata la quarta ed ultima tavola rotonda: Dialogo interreligioso e sicurezza nel corso della quale si è discusso del dialogo interreligioso come uno strumento insostituibile per promuovere la pace e la sicurezza di tutti.

Il primo relatore, il Prof. Bongiovanni, Professore alla Facoltà di Missiologia e Direttore del Centro Studi Interreligiosi della Pontificia Università Gregoriana, ha sottolineato come il dialogo interreligioso non possa essere utilizzato come uno strumento di controllo, come se il dialogo fosse una “religione civile". Egli ha inoltre affermato che gli Stati dovrebbero occuparsi davvero della violazione della libertà religiosa. Si tratta di uno dei diritti più calpestati anche nel mondo occidentale, tanto che in alcuni paesi è difficile anche intraprendere un vero dialogo tra le religioni a causa degli impedimenti restrittivi adottati dalle autorità.


Giuseppe Calì, Presidente della Federazione delle Famiglie per la pace mondiale e l’Unificazione - Italia, ha introdotto il suo intervento con la storia della Federazione che rappresenta, i cui fondatori sono i coniugi Moon. Oggi la loro guida è la moglie del rev. Moon, grazie alla quale i fedeli hanno potuto approfondire “gli aspetti del cuore materno di Dio”. Il suo impegno per la pace a livello mondiale è continuo e incessante. Il dialogo interreligioso, ha proseguito Calì, è da sempre negli insegnamenti del fondatore che ha paragonato la religione a “un ampio fiume che scorre verso un mondo ideale pacifico” e le religioni sono come gli affluenti che, convergendo nel fiume, diventano parte del tutto. Calì ha infine sottolineato come nessuna religione da sola può oggi risolvere i problemi della società per quanto grande sia, perché ciascuno deve dare una testimonianza di unità al mondo superando le barriere che dividono.


Mariangela Falà, Presidente del Tavolo Interreligioso di Roma e della Fondazione Maitreya ha sottolineato la necessità di garantire in Italia diritti troppo spesso calpestati, in particolare nel momento cruciale del fine vita. In questo ambito ha illustrato alcuni progetti del Tavolo interreligioso, come la creazione di luoghi in cui si possa pregare e meditare all'interno degli ospedali e il 'Manifesto dei diritti interreligiosi nei diritti di fine vita'.


Ha concluso la sessione Francesca Evangelisti, membro della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI, che ha illustrato le attività del GLAM nella promozione della condivisione, cooperazione e l'azione concreta per la cura del creato attraverso le diverse tradizioni. La commissione ha l’obiettivo di “sensibilizzare le chiese sui problemi che l'ingiustizia economica pone al mondo e all'ambiente”. A questo scopo ha invitato tutti i presenti a collaborare per la creazione di ecocomunità nelle quali fede, rispetto dell’ambiente e svilppo sociale convivano armoniosamente. Questo, ha concluso Evangelisti, è un dovere che deriva direttamente dal testo sacro poichè Dio ha affidato la cura della sua creazione agli uomini e alle donne di fede ai quali spetta, per primi, la responsabilità di ottemperare.

Nella sua conclusione la direttrice ha affermato che questo convegno, pur non avendo l’obiettivo di approfondire ogni aspetto del documento OSCE, ha tuttavia permesso di indicare alcuni spunti utili per ulteriori approfondimenti nelle diverse direzioni e contenuti emergenti nelle Linee Guida OSCE. LIREC certamente continuerà su questa strada nella speranza di coinvolgere anche altri enti, associazioni e organizzazioni al fine di creare una rete di collaborazioni che diffonda a macchia d’olio le idee e i valori di cui si è discusso trasformandoli in azioni e progetti che promuovano libertà e sicurezza, dialogo e inclusione sul territorio, dentro le comunità e le istituzioni, nel mondo dell’informazione e della cultura.

La direttrice Di Marzio ha concluso il Convegno con i ringraziamenti a tutti i partecipanti, all’On. Ceccanti, al Gruppo PD della Camera, alla Sicurezza e e allo Staff di LIREC che si è prodigato per la buona riuscita dell’evento.