Crisi Ucraina: la voce della comunità dell' ebraismo riformato
Raffaella Di Marzio
Le nostre fonti identificano il numero di ebrei presenti in Ucraina tra 75.000 e 200.000, a seconda del criterio utilizzato per la statistica.
Secondo Bet Magazine Mosaico l’Ucraina è per gli ebrei, soprattutto la “terra dei pogrom”, un luogo dove la violenza verso gli ebrei è stato particolarmente diffusa e letale.
L’antisemitismo si è manifestato in tutta la sua ferocia anche in tempi recenti. Nel 2013 si è veirficata in Ucraina una fase di violenza antisemita che ha spinto il rabbino capo di Kiev, Moshe Reuven Asman a consigliare “agli ebrei di lasciare il centro della capitale per rifugiarsi in luoghi più sicuri e suggerì che le scuole e i centri culturali ebraici chiudessero temporaneamente le loro scuole. Le sinagoghe continuarono a mantenere i loro servizi. Da parte sua, l’Agenzia Ebraica, attraverso il suo allora presidente, Nathan Sharansky, decise di fornire aiuti di emergenza per rafforzare le misure di sicurezza delle istituzioni ebraiche nel Paese”. Più recentemente, nel 2019, l’elezione di un presidente ebreo, Volodymyr Zelensky, ha significato un cambiamento di atmosfera e ha suscitato un’ondata di ottimismo, anche se Zelensky “si dichiara ebreo ma soprattutto ucraino”.
L’inizio della guerra ha significato per tutti gli ebrei ucraini un ritorno a quella situazione di precarietà che ha spinto molti a organizzarsi per lasciare il paese e trasferirsi in Israele.
Il 2 marzo 2022 Il presidente Zelensky ha rivolto un appello agli ebrei di tutto il mondo a «non rimanere in silenzio» dopo che un missile russo aveva colpito una torre televisiva a Kiev adiacente al Memoriale dell’Olocausto di Babyn yar, provocando cinque morti, e dove migliaia di ebrei furono massacrati durante la Seconda Guerra Mondiale (Bet Magazine Mosaico, 2 marzo 2022).
Non tutti gli ebrei hanno scelto di abbandonare il paese. Abbiamo ricevuto dalla comunità Beth Hille di Roma un breve videomessaggio del rabbino di una congregazione dell'ebraismo riformato di Kiev, nel quale egli paragona la guerra attuale alla lotta tra Davide e Golia e afferma che anche questa volta Davide vincerà.
Ecco l’appello lanciato il 3 Marzo 2022 dal rabbino Alexander Dukhovny:
«Cari amici, sostenitori e donatori, cari membri di sinagoghe e templi di tutto il mondo, aderenti alla World Union of Progressive Judaism, noi ora siamo qui a combattere il male; insieme stiamo cercando di proteggere i valori umani fondamentali, che sono alla base dei valori ebraici e dei valori del movimento ebraico progressivo.
Vorrei ringraziare tutti voi per il vostro aiuto e per messaggi che stiamo ricevendo da molti continenti e paesi. Sono messaggi importanti che mi confortano, ma sono molto importanti anche per le oltre 40 congregazioni del nostro movimento qui in Ucraina. Sono in costante contatto con i membri e il board della WUPJ e il vostro sostegno ci aiuta a sopravvivere. Non vediamo l’ora di costruire un futuro luminoso per il nostro movimento in Ucraina.
Oggi è l’ottavo giorno di guerra, il giorno che precede Shabbat. Ciò che sento qui dalle diverse comunità è che noi siamo come Davide e Golia. Ma noi prevarremo, come Davide. E contrasteremo il male e coloro che lo stanno seminando, non solo qui in Ucraina, ma nel mondo intero. La nostra unità dimostra che molte persone possono essere un unico, una nazione di Dio. Dimostra che siamo figli di Dio e che abbiamo un unico progenitore, Adamo, e che noi stiamo combattendo per la nostra vita e per la nostra democrazia. Grazie molto per essere con noi, con la mia congregazione. Spero che la pace arrivi presto e che celebreremo Purim in una Ucraina libera e democratica.
Vi voglio bene. Dio vi benedica.Shabbat Shalom!»
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