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AGENZIA DIRE. Vaccino: Troppi fragili senza, migranti discriminati

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

AGENZIA DIRE. Vaccino: Troppi fragili senza, migranti discriminati

Raffaella Di Marzio

VACCINO. LIREC: TROPPI FRAGILI SENZA, MIGRANTI DISCRIMINATI.

"SERVE STRATEGIA NAZIONALE DA COMMISSARIO FIGLIUOLO"

(DIRE) Roma, 24 set. - A pochi giorni dall'entrata in vigore del nuovo Decreto Green Pass sui luoghi di lavoro, che ne estende dal 15 ottobre l'obbligo di esibizione in tutti i luoghi pubblici e privati, e che si ottiene dopo avvenuta vaccinazione al Covid-19, un tampone negativo con validità 48 ore o la guarigione, il mondo della politica e dell'associazionismo continua a portare alla luce il problema, oggi ancora più attuale, di chi non può ancora effettuare la registrazione per il vaccino, in particolare 'cittadini comunitari in condizione di irregolarità amministrativa, richiedenti asilo che ancora non hanno potuto accedere al servizio pubblico, soggetti apolidi, soggetti socialmente fragili, senza dimora, che vivono in insediamenti informali o comunque chi non ha un medico di base o ha difficoltà di accesso al servizio sanitario nazionale', come spiega il Lirec, Centro Studi sulla Libertà di Religione Credo e Coscienza, che ha segnalato la questione rifacendosi all'ordinanza 7/2021 del Commissario straordinario per la campagna vaccinale anti Covid-19, che a questo proposito, all'articolo 1 fornisce disposizioni riguardo alla 'somministrazione dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 a individui non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale'.

La discriminazione in atto a danno di persone straniere che
si trovano sul territorio italiano- ha dichiarato alla Dire
Raffaella Di Marzio, presidente del Centro Lirec- ma non godono
dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, è un altro dei
numerosi esempi di violazione dei diritti delle minoranze di cui
Lirec si occupa. Tuttavia, mai come nel caso del vaccino Anti
Covid-19, è stato così evidente che tutelare e difendere le
minoranze significa anche tutelare e difendere la maggioranza dei
cittadini italiani”.


Nell'ordinanza 7/2021 si fa riferimento a determinate categorie in questa condizione a cui è consentito vaccinarsi: - cittadini italiani iscritti all'A.I.R.E (Anagrafe degli Italiani
Residenti all'Estero) che vivono temporaneamente sul territorio nazionale - dipendenti delle Istituzioni dell'Unione Europa e relativi familiari a carico e il personale delle medesime Istituzioni in quiescenza che vivono sul territorio nazionale - agenti diplomatici e personale tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e relativi familiari a carico che vivono sul territorio nazionale - personale di Enti e Organizzazioni
internazionali e i relativi familiari a carico e il personale dei medesimi Enti e Organizzazioni in quiescenza che vivono sul territorio nazionale, escludendo di fatto le categorie menzionate dal Lirec.
A queste si aggiungono poi le persone che hanno intrapreso il procedimento di regolarizzazione, tra cui caregiver di persone fragili, che, nonostante la circolare del Ministero della salute del 14 luglio 2020, in cui risulta chiaro il loro diritto/dovere
di iscrizione al servizio sanitario nazionale, 'non riescono di fatto ad iscriversi e dunque ad accedere alla registrazione telematica per il vaccino, poiché il codice fiscale provvisorio rilasciato dall'Inps, non essendo alfanumerico, non viene riconosciuto dal sistema informatico- spiega il Lirec- con il risultato di un evidente pericolo non solo per le categorie escluse, ma anche per la comunità nel suo complesso ai fini di
una lotta efficace contro la diffusione della pandemia'.

Il problema è stato sollevato anche da Triantafillos Loukarelis, Direttore dell'Unar, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Unar), che in una lettera indirizzata al Generale Figliuolo l'11 agosto 2021, segnala una situazione critica in diverse regioni italiane, con 'ostacoli significativi nell'accesso alla prenotazione dei vaccini anti SARS-CoV-2/COVID-19 da parte di persone in particolari condizionidi vulnerabilità perché prive di permesso di soggiorno (o con permessi di soggiorno particolari, scaduti o in fase di primo rilascio), codice fiscale (o con codici fiscali numerici/provvisori) o residenza (in particolare persone senza dimora)' che configura 'un'ipotesi di discriminazione istituzionale e impedisce a queste persone l'accesso a una prestazione sanitaria essenziale comportando, in una situazione di pandemia, un pericolo per la salute pubblica, oltre che per quella privata' e con 'l'impossibilità di ottenere il green pass, la conseguente automatica limitazione di altri diritti costituzionalmente presidiati'.

Il Direttore dell'Unar fa presente che sul territorio nazionale, 'accanto a Regioni che hanno adottato procedure in grado di evitare la discriminazione come, per esempio, Lombardia e Lazio - anche se andando sul linkhttps://integrazionemigranti.gov.it/it-it/Ricerca-news/Dettaglio-news/id/1896/Lazio-vaccino-Covid-19-per-chi-e-senza-documenti si viene rimandati ad altre pagine - esistono diverse realtà regionali che hanno autonomamente provveduto a individuare canali di prenotazione paralleli, così da consentire anche a tali persone la possibilità di accedere al vaccino. Tali modalità, tuttavia, per la loro estemporaneità e specialità, non sempre sono in grado di garantire una reale parità di accesso, generando dunque forme di discriminazione 'a macchia di leopardo', in maniera differenziata a seconda della Regione o addirittura a seconda del distretto sanitario di riferimento'.

Mentre quindi il Piano Strategico sulle Vaccinazioni anti SARS-CoV-2/COVID-19 adottato dal governo con Decreto del 2 gennaio 2021, specifica che 'la salute è riconosciuta come diritto fondamentale dalla nostra Costituzione (Art.32) e il vaccino anti SARS-CoV-2/COVID-19 rientra all'interno delle prestazioni sanitarie urgenti ed essenziali a cui hanno diritto anche le persone presenti sul nostro territorio prive di permesso di soggiorno a norma dell'art. 35, Tui', e l'Aifa, nelle FAQ del proprio sito, alla domanda "Chi ha diritto alla vaccinazione?"risponde che l'accesso 'deve essere garantito a tutte le persone residenti o comunque presenti sul territorio italiano con o senza permesso di soggiorno o documenti di identità, inclusi i possessori del codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) o ENI (Europeo Non Iscritto), i detentori del Codice Fiscale numerico o quanti ne sono privi, i possessori di tessera sanitaria scaduta e che rientrano nelle categorie periodicamente aggiornate dal Piano Vaccinale', ci troviamo di fronte ad una situazione 'discriminatoria e illegittima', scrive Loukarelis, nei confronti di persone che proprio in ragione 'dellaparticolare situazione di vulnerabilità in cui si trovano, dovrebbero essere destinatarie di azioni positive mirate che dovrebbero agevolarle, sulla base delle singole condizioni di marginalità sociale, economica e contestuale, nelle procedure di accesso ai vaccini'.

L'Unar poi, di fronte all'impossibilità pratica di prenotarsi attraverso il portale utilizzato dalle diverse Regioni per la vaccinazione, propone un'integrazione dell'ordinanza n.7/2021, adottata dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, 'che disciplini le modalità di accesso di diverse categorie non iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, per le quali è necessario un sistema di prenotazione specifico, con l'assegnazione di un codice univoco che garantisca a tali soggetti di prenotarsi e accedere alla vaccinazione senza disparità di trattamento', integrandola con le altre categorie attualmente escluse, senza nessuna disparità di trattamento, e garantendo inoltre 'la possibilità per tutte queste categorie di persone di ottenere il green pass in condizioni di parità di trattamento, ma anche in considerazione della necessità di azioni positive che garantiscano l'ottenimento rapido della certificazione, senza cioè la necessaria esibizione di spid, tessera sanitaria, accesso al fascicolo sanitario elettronico, etc'.

Interrogazioni sono state presentate anche al ministro della Salute dalla senatrice Valeria Fedeli, capogruppo Dem nella commissione Diritti umani insieme con la maggioranza del Gruppo Pd 'per sapere quali iniziative intenda adottare per superare tali difficoltà e consentire effetivamente la vaccinazione di tutti coloro che si trovano sul territorio nazionale, nell'interesse generale e delle persone interessate e per una salute globale, diritto fondamentale di tutte le persone', e dai deputati Dem Ceccanti, Siani, Ciampi e Pezzopane.

(Buc/Dire) 13:40 24-09-21