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Rapporto USCIRF 2024: anche in Europa discriminazioni e atti violenti contro minoranze

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Rapporto USCIRF 2024: anche in Europa discriminazioni e atti violenti contro minoranze

Raffaella Di Marzio

E’ uscito il Rapporto Annuale dell’USCIRF sullo stato della libertà religiosa nel mondo.

L’USCIRF è una commissione del governo federale degli Stati Uniti d’America, indipendente e bipartisan, istituita nel 1998 con l’International Religious Freedom Act (IRFA). I suoi membri sono nominati dal presidente e dai leader parlamentari di entrambi i partiti politici. L’organizzazione ha festeggiato il venticinquesimo anno della sua fondazione.


UNO SGUARDO AL RAPPORTO

Il Rapporto USCIRF 2023 aveva aggiunto Cuba e Nicaragua alle nazioni che compiono violazioni molto gravi della libertà religiosa: la Special Watch List che include la nazioni CPCs (Countries of Particular Concern), in cui la libertà religiosa è violata in modo “molto grave” e illegale. Nel 2020 era stata inclusa in questa lista la Russia, che vi rimane, come testimonianza dei  pessimi risultati conseguiti. Alle tre nazioni menzionate si aggiunge  l’Azerbaijan che esce dalla seconda lista dell’USCIRF, la Special Watch List (SWL)  a causa dell’aggravamento, nel 2024, della situazione nel paese per le gravissime violazioni delle libertà di religione e credo, rispetto al 2023.

Ogni anno, purtroppo, una o più nazioni vengono aggiunte alla SWL (Special Watch List), cioè la lista di quelle che compiono o tollerano violazioni gravi della libertà religiosa A queste nazioni nel 2023 per la prima volta si era aggiunta lo Sri Lanka, che vi rimane, mentre la Siria viene aggiunta, dopo essere uscita dalla lista precedente. 

2024 ANNUAL REPORT OF THE U.S. COMMISSION ON INTERNATIONAL RELIGIOUS FREEDOM

Secondo gli standard dell’IRFA, le violazioni di queste nazioni sono “sistematiche, continue e gravissime. Tra queste si contano anche la tortura o la crudeltà, i trattamenti e le punizioni disumane e degradanti, la prigionia prolungata senza accuse, il rapimento di persone o la detenzione segreta e altre gravi violazioni del diritto alla vita, alla libertà o alla sicurezza personale” (USCIRF Report p. 1-2).

Per quanto riguarda la lista  EPC (Entities of particular concern), il rapporto 2024 include sette organizzazioni non statali che compiono gravi violazioni della libertà religiosa nelle zone del mondo dove operano: al-Shabaab, Boko Haram, Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), Houthis, Islamic State Sahel Province (IS Sahel), Islamic State in West Africa Province (ISWAP) (chiamato anche  ISIS-West Africa), e Jamaat Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM).

L’ultimo e importante dato che il rapporto USCIRF segnala alle autorità degli Stati Uniti e al mondo è quello del numero delle vittime di violenza motivata religiosamente. Viene indicato il numero di vittime di cui si ha notizia certa, i responsabili della violenza e le motivazioni addotte dalle autorità statali o da singoli perpetratori, per giustificare la violenza. Fino alla fine del 2023, la FoRB Victims List includeva più di 2200 individui vittime di 27 diversi governi o organizzazioni non statali. Più di 1300 vittime rimangono in carcere, mentre è sconosciuta la situazione di più di 300 persone imprigionate e 9 persone sono morte mentre erano in prigione. Con questi numeri si registra un deciso aumento delle vittime registrate rispetto al Rapporto USCIRF che registrava i dati pervenuti alla fine del 2022.

I tre governi responsabili del maggior numero di vittime, precisamente del 73%, sono la Cina, la Russia e l’Iran.

Le religioni con il maggior numero di vittime sono i Musulmani sunniti il cui numero aumenta dal 15% al 18%, mentre i Testimoni di Geova passano dal 12% al 13%. Il numero di vittime indicato nel 2023 era 227, che nel 2024 sale a 282. Le altre organizzazioni religiose, i Baha’i, i Buddhisti di varie denominazioni, i cristiani di diverse denominazioni (tra i quali emergono le vittime della Chiesa di Dio Onnipotente, perseguitata in Cina), Falun Gong e musulmani di diverse denominazioni, rimangono sulle stesse percentuali del precedente rapporto.

Per quanto riguarda le accuse formulate dalle autorità, o le motivazioni della violenza perpetrata da singoli individui, l’USCIRF segnala che la maggior parte delle vittime viene arrestata per difendere la sicurezza nazionale. Gli Stati creano leggi ad hoc grazie alle quali mettono al bando le minoranze con accuse di questo tipo: terrorismo, estremismo, separatismo, sovversione, affiliazione a un gruppo bandito o a una “setta”. L’accusa di essere “setta” (cult) è il quarto motivo, e viene utilizzata nel 14% dei casi. Si presenta sempre in relazione alla prima accusa per ordine di importanza, quella di essere membro di un’organizzazione bandita dallo Stato. Altre accuse addotte per la carcerazione e le violenze sono l’apostasia, la blasfemia e i discorsi di odio. A queste, che sono le accuse più frequenti, seguono quelle di provocare il disordine pubblico, il rifiuto del servizio militare e altre.

L’ USCIRF denuncia 46 nazioni che hanno approvato leggi che impediscono alle persone di cambiare religione o di decidere di non affiliarsi a nessuna religione. Queste leggi proibiscono o limitano il proselitismo, il matrimonio tra persone di religioni diverse o la possibilità di cambiare la propria religione e possono punire il reato di “apostasia” o di rinunia alla propria fede. In Nepal, per esempio, esiste una legge anticonversione che vuole prevenire le persone dal convertirsi a una religione “disapprovata”.

Il Rapporto USCIRF dedica un paragrafo anche all’intolleranza religiosa in Europa segnalando che musulmani ed ebrei hanno testimoniato livelli crescenti di xenophobia e discriminazione a danno di entrambe le comunità. Nel 2023 diverse comunità religiose hanno segnalato restrizioni decise da alcuni Stati nei loro confronti a proposito di certe pratiche e dottrine. Inoltre, dopo il violento attacco terroristico  in Israele, il giorno 7 ottobre 2023, e la risposta armata di Israele,  si sono moltiplicati episodi di intolleranza e violenza contro musulmani ed ebrei in diversi paesi europei. Sono state colpite persone e luoghi di culto. Ciò ha spinto alcuni Stati europei a mettere in atto azioni finalizzate a contrastare l’odio contro ebrei e musulmani, come Portogallo, Latvia,  Croazia,  Bulgaria,  Spagna, e la stessa Unione Europea ha designato una figura istituzionale per coordinare queste azioni.

Nel 2023 numerosi governi europei hanno violato i diritti di persone del tutto pacifiche nell’esercizio della libertà religiosa. Episodi gravi sono avvenuti in Inghilterra e in Finlandia. Inoltre, in Europa continuano a manifestarsi episodi di violenza contro minoranze, come quelle avvenute  in Olanda, Francia, e Germania. Il più grave è avvenuto nel  marzo 2023, quando un uomo armato ha ucciso sei persone in una Sala del Regno ad Amburgo.

In alcuni Stati sono state approvate leggi restrittive che violano la protezione internazionale della libertà di religione e credo e il diritto alla libertà di espressione. Ciò è avvenuto in Danimarca e in Polonia. Il rapporto dedica un paragrafo alla Francia, criticata ancora  perchè continua a discriminare minoranze religiose etichettate come “sette”. Nel gennaio 2023 il governo francese ha approvato una nuova legge che permette alle autorità di usare “tecniche speciali” per fare indagini sulle “sette”. Chi viene ritenuto colpevole di compiere “attività settarie” potrebbe essere multato con un milione di euro e condannato a sette ani di carcere.

Nel dicembre 2023 il Senato francese ha completato la prima lettura di una legge “finalizzata a rafforzare la guerra contro le aberrazioni settarie” che darebbe origine a un nuovo crimine, quello di “soggezione psicologica” e permetterebbe all’organizzazione governativa antisette MIVILUDES (Interministerial Mission of Vigilance and Combat against Sectarian Drifts) di partecipare ai processi penali come parte civile.


RIFLESSIONI SUL RAPPORTO

Il Rapporto USCIRF 2024 va letto in ogni sua parte poichè le cause di numerose gravi e illegali persecuzioni di minoranze religiose e spirituali in tutto il mondo sono diverse, a seconda del contesto culturale e sociale in cui si verificano.

In alcuni casi risiedono nell’alleanza tra governi e gruppi paramilitari, oppure tra governi ed esponenti di religioni maggioritarie. Tuttavia, spesso esse si verificano grazie all’alleanza tra diversi agenti: autorità dello Stato,  associazioni e network antisette operanti in tutto il mondo e esponenti di chiese e istituzioni religiose maggioritarie che considerano le minoranze presenti sul loro territorio come una minaccia alla loro supremazia.

In questo contesto si inseriscono associazioni professionali o individui che hanno interesse a esacerbare i conflitti anche intentando cause legali contro gruppi etichettati come “sette” e spingendo i governi a emanare leggi repressive contro le “sette”. Il rapporto USCIRF denucia con chiarezza questo fenomeno. Si tratta di una strategia collettiva che istiga all’odio contro gruppi del tutto pacifici e funge da sostegno a iniziative di singoli parlamentari o di partiti politici finalizzate a discriminare o perseguitare gruppi del tutto pacifici. Tutti questi gruppi sono il bersaglio di discorsi di odio diffusi anche grazie alla complicità dei media. 

Nel rapporto questo fenomeno è illustrato molto bene quando affronta il caso della Francia, che rappresenta l’esempio peggiore in Europa.  In Europa, la Francia, da anni, si serve, nella sua “guerra alle sette”, di un’agenzia governativa anti-sette, la MIVILUDES, nota per l’inattendibilità dei dati che diffonde e trasmette ai media e segnalata regolarmente all’OSCE per le sue attività e le violazioni della libertà di religione e credo delle minoranze in Francia.

Questo tema è stato affrontato in un nostro recente Convegno “Discorsi di odio: conoscere e prevenire un fenomeno multiforme. Le conseguenze quando i bersagli sono le minoranze religiose o spirituali”, nel quale abbiamo presentato un rapporto sulle segnalazioni pervenute, in sei anni di attività, che rientrano nella definizione approvata dal Consiglio d’Europa nella Raccomandazione sul contrasto all’hate speech adottata dal Comitato dei Ministri il 20 maggio 2022: Tutti i discorsi che incitano, promuovono, diffondono o giustificano la violenza, l’odio o la discriminazione contro una persona o un gruppo di persone, o che li denigra, in ragione delle loro caratteristiche personali reali o attribuite, o il loro status, come per esempio la razza, il colore, la lingua, la religione, la nazionalità o l’origine etnica, l’età, la disabilità, il sesso, l’identità di genere e l’orientamento sessuale. Etichettare un gruppo come “setta” significa istigare all’odio contro un’intera comunità, suscitando l’ostilità generalizzata della società e delle autorità sulla base di dicerie o accuse senza fondamento. 

Il caso più emblematico di quello che può essere l’esito di questa strategia è quello della persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia, che ha visto in azione le autorità statali, la chiesa ortodossa russa e la Fecris, il network antisette più attivo in Europa (vedi WEBINAR). Significativo e preoccupante è l’escalation di azioni violente contro i Testimoni di Geova in tutto il mondo (San Salvo, Amburgo, Kerala), che l’USCIRF segnala nelle statistiche dei gruppi religiosi che contano il maggior numero di vittime a causa della loro fede. Come si è sottolineato nell’esame del rapporto 2024, rispetto a quello precedente, il numero di vittime Testimoni di Geova è aumentato.

Una riflessione più approfondita richiede una disamina più ampia del processo che causa le violazioni e genera migliaia di vittime colpevoli solo di essere credenti. Queste considerazioni sono supportate dalle segnalazioni che LIREC riceve frequentemente dalle comunità con le quali è in contatto e confermate anche da altri rapporti dell’USCIRF, da numerose sentenze della CEDU e da dichiarazioni che ogni anno vengono presentate all’OSCE da ONG e altre istituzioni internazionali.

Siamo convinti che l’unico modo per prevenire e contrastare le persecuzioni è riconoscere e smascherare i responsabili attraverso un’informazione corretta che neutralizzi i discorsi di odio, raggiunga il vasto pubblico e rivesta un ruolo importante anche dentro le istituzioni.